Taleggio
Il Taleggio è un formaggio di origini antichissime, forse anteriori al X secolo. La zona d’origine è la Val Taleggio, da cui deriva il nome del formaggio, in provincia di Bergamo. I valligiani avendo l’esigenza di conservare il latte eccedente il consumo diretto, iniziarono a produrre del formaggio che, una volta stagionato in “grotte” o casere di vallata, poteva essere scambiato con altri prodotti o commercializzato.
Crescendo sempre più il consumo di Taleggio, la produzione si è progressivamente estesa nella pianura Padana, dove hanno cominciato ad operare molti caseifici, generalmente di piccole e medie dimensioni, i quali sono riusciti ad equilibrare la tecnologia produttiva tradizionale, mantenutasi sostanzialmente la medesima, con le innovazioni tecnologiche susseguitesi in quasi mille anni di storia.
A riprova di tradizionalità, il Taleggio è stato riconosciuto formaggio DO (Denominazione di Origine) nel 1988 con decreto D.P.R. 15.9.1988, e formaggio D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) nell’Unione Europea nel 1996 con Regolamento CE 1107/96.
Il Taleggio è un alimento energetico, ricco di proteine, sali minerali e vitamine A e B2. Il contenuto di grassi del Taleggio è medio rispetto ad altri formaggi. La composizione dei grassi presenti del Taleggio è equilibrata. Il rapporto calcio/fosforo di 1,32 è ottimale per l’assorbimento del calcio a livello intestinale e per la fissazione dei sali nelle ossa. Il rapporto calcio/fosforo ottimale, infatti, deve essere compreso fra 0,5 e 2.
Ogni forma di Taleggio pesa da 1,7 a 2,2 kg, secondo le condizioni tecniche di produzione. Le forme sono parallelepipede quadrangolari, con lati di 18-20 cm e scalzo diritto alto 4-7 cm. Il Taleggio è caratterizzato da buona digeribilità, dovuta anche all’azione sulle proteine della pasta da parte delle muffe della crosta. E’ un alimento naturale: nessun additivo deve essere impiegato durante la sua produzione, soprattutto durante la sua stagionatura. La crosta del Taleggio deve essere rosata naturale: significa che la maturazione è avvenuta correttamente e non vi è stato alcun trattamento sulla superficie ad esclusione delle normali spugnature con acqua e sale legate al corretto processo di stagionatura. La pasta è normalmente più molle immediatamente sotto la crosta, questo poiché la maturazione avviene dall’esterno verso l’interno (maturazione centripeta). Perciò quello che può sembrare uno strato di formaggio molto grasso sotto la crosta, è in realtà formaggio più maturo. L’odore deve essere leggermente aromatico e caratteristico.
Il marchio sulla crosta è la garanzia che la forma è stata prodotta in piena conformità agli standard tecnici ed igienici dettati dal Consorzio di Tutela. Il marchio riporta tre T ed un numero, che permette di risalire al caseificio di produzione. Infatti il Consorzio assegna ad ogni socio (caseificio o stagionatore) un numero consortile che lo identifica univocamente.