Uva bianca
Siamo quasi alla fine del mese di giugno e l’uva bianca da tavola, con la vite sistemata a pergola, appare in tutta la sua meraviglia vegetativa. I grappoli con acini pieni ed omogenei sono di un verde che tende al giallognolo. Le foglie della vite sullo sfondo sono di diverso colore: alcune di verde intenso mentre altre sembrano soffrire. Infatti, queste ultime non sono ben esposte alla luce del sole (in virtù della sistemazione a pergola) e quindi tendono ad ingiallire.
La pianta della foto ha quattro anni ed è giovanissima (si pensi che questa pianta può vivere più di trent’anni). Ogni anno può arrivare a produrre anche 20 chilogrammi di uva, purché venga ben potata a febbraio e concimata con compost organico in primavera. Non soffre la siccità, a meno che non si incontrino delle annate particolarmente avverse.
Ha bisogno di essere curata, a differenza della Vite americana, per due malattie: la Peronospora (Plasmopora Viticola) e l’Oidio (Uncinula Necator), due funghi che crescono e si nutrono della linfa delle foglie, dei tralci verdi ed ovviamente dei grappoli d’uva già dopo i primi stadi vegetativi. Per affrontare la Peronospora si utilizza, la cosiddetta Poltiglia Bordolese, un preparato a base di rame, mentre per combattere l’Oidio si utilizza lo zolfo. Entrambe queste sostanze sono ammesse in agricoltura biologica e non sono pericolose come invece lo possono essere determinati prodotti di sintesi. Questi prodotti fitosanitari si acquistano nei negozi specializzati, così una piccola pompa irroratrice a zaino per i trattamenti. In ogni caso per i trattamenti si devono seguire alla lettera le istruzioni riportate sulle confezioni, evitando le dosi di prodotto non necessarie e gli accorgimenti di sicurezza d’uso.